L’alleanza Pd-M5s-Avs prende forma ma esclude il centro, per volontà di Conte e con l’assenso di Schlein. Tutti i dettagli.
Negli ultimi mesi si è intensificata la costruzione di un’alleanza politica tra Partito Democratico di Schlein, Movimento 5 Stelle di Conte e Alleanza Verdi-Sinistra. Questo progetto, che punta a formare un fronte unito contro il governo Meloni, si caratterizza però per un aspetto singolare: la chiusura netta verso i partiti centristi.

La nuova alleanza di sinistra esclude il centro
Esclusi dai tavoli politici e dalle iniziative comuni, Italia Viva, Azione, i Liberaldemocratici e i socialisti si trovano fuori da un progetto che avrebbe potuto ambire a un consenso più ampio. Anche le posizioni espresse da +Europa, che resta in contatto solo su temi specifici, testimoniano l’assenza di una vera apertura al dialogo riformista.
La linea populista prevale: il Pd segue Conte
Dietro questa strategia si cela la mano di Giuseppe Conte, che ha posto il veto a qualsiasi apertura al centro, in nome di un’identità politica più radicale e populista. Una posizione che Elly Schlein ha accettato, senza che siano emerse particolari resistenze. Il risultato? Una coalizione sbilanciata a sinistra, incapace di rappresentare l’intero arco del centrosinistra. Anche sulle tematiche di politica estera, come la mozione sulla Palestina, si registrano scelte fortemente divisive, come la proposta di sospendere gli accordi tra UE e Israele, criticata duramente anche all’interno del Pd.
L’esclusione dei riformisti è evidente: nessuna consultazione su temi come la riforma Rai, nessuna convergenza sulle proposte politiche, nessun coinvolgimento nei quattro referendum anti-Jobs Act sostenuti dalla Cgil e appoggiati dal Partito unico. L’approccio di Schlein ha segnato un distacco netto dal Pd delle origini, rinunciando a ogni ambizione di centralità politica per abbracciare una visione minoritaria.
Ed è così che si arriva alla notizia chiave: la strategia elettorale di Elly Schlein è ormai chiara. Stretta nell’abbraccio di Conte e Fratoianni, la segretaria del Pd ha scelto di chiudere al centro e di seguire la linea del populismo di Conte, rischiando di portare la coalizione verso una deriva radicale e isolata, priva di reale capacità di competere con il centrodestra. Il tutto come riportato da linkiesta.it